Ho passato il mare stamani. alle spalle il borgo mediceo, aggrappato alla terra etrusca che fu tranquillo esilio di Napoleone. scendo dalla roccia e lo sguardo si perde: le acque di smeraldo accompagnano la vista fino ad ovest.. l'orizzonte.. da sempre culla del sole più bello del mondo. Mi conforta il piacere di trovare un amico caro, un tuffo nell'essenza del sale e voltandomi le agavi sono le uniche abitanti di quel luogo.. Luca
riconosco ogni mio movimento da quando sono nato, ogni singola percezione della mia tempra. possibile che ogni movimento ciclico degli eventi mi si presenti come una nuova vita? indubbio problema l'equilibrio. oggi probabilmente se camminassi su una corda rischierei di meno, già perché la mente sale in cattedra,e si fregia della migliore divisa,impartisce ordini che la ragione non può contraddire,deve obbedire. lei mi sovrasta,non mi dà tregua nemmeno di notte,i miei sogni si rivelano frutto del suo dominio,in altre parole..non riesco a uscire dalla mente.. a volte l'ho fatto,bellissima sensazione:ho nuotato,ho corso,ho sudato,mi sono leccato il sudore,ho colto cilegie dalla pianta,ho macchiato la maglia e sono uscito in quel modo,ho riso in faccia alla gente,ho picchiato e mi hanno picchiato,ho bevuto vino,ho pensato di morire,ho amato,ho dormito sulla spiaggia,non ho mai conosciuto l'odio,ho esultato,non mi sono drogato quando sono uscito dalla mente.. e forse non ho mai accettato veramente di farmi prendere per mano,mai,nemmeno da bambino..ricordo la voglia di star solo,questa voglia di stasera,di uscire,dalla mente..incontrare migliaia di volti e non conoscerne nemmeno uno,e giocare ad essere chi mi pare..come sempre..e sempre meno in equilibrio di come starei camminando su una corda. Luca
un raggio di sole scalda il mio viso, ma dove sono?mi sveglio nel mio principe di galles tra bottiglie di vino scolate convulsivamente e avanzi di una cena consumata in auto. c'è un bel sole fuori avevo una giornata intensa oggi, ma,non mi ricordo di me. le scarpe inglesi slacciate, la cravatta è allentata come il mio attaccamento a questa giornata. mi trascino sui marciapiedi de la Seine alla ricerca di un povero clochard da guardare negli occhi, voglio rubargli lo sguardo della vita prima di specchiarmi nel cesso di un metrò: la barba incolta,un groviglio di capelli,il tutto in una cornice di principe di galles con una prepotente primavera che bussa alla mia porta. ma poi rido anche,sai?si,si rido eh già mi piaccio così.. tutta la vita. Luca
Il giorno che capirò il perché di un'autostrada fatta a duecento all'ora sarà il giorno della spiegazione dei mille perché. E allora quel giorno giocherò a nascondino... sarà bello non spiegare. ora come sempre da quando ti vidi per la prima volta mi attendono tre giorni seduto su di una nuvoletta. Ciao. Luca
Ancora una scala, ancora un fiume di volti, scendo. Che strano..ogni volta che mi siedo nella carrozza di un metrò la sensazione è quella di non essere in un luogo ben preciso, di trovarmi in una dimensione di viaggiatori metropolitani senza una provenienza precisa né appartenenza a razza o idioma alcuno: potrei salire a Place de la Bastille e trovarmi a Milano San Babila o a Roma Piazza di Spagna,dalla Fifth avenue di New York al cielo della Gran Via di Madrid. Madrid..destino e crocevia della mia vita. Succede che un giorno ti devi svegliare grande e ti fanno capire che una tappa fondamentale della Vuelta della tua vita passa da Madrid..il tappone,quello che Coppi e Ginettaccio Bartali affrontarono insieme dividendo una borraccia..io e la mia compagna di viaggio ci sentiamo così..con le bici un pò sgonfie ma in piedi sui pedali con dentro el alma del toreador Manolin! Il toro per quanto sia un bellissimo animale da sfidare sono certo che non mi ucciderà.. Intanto,seduto nella Calle de l' Arenal mangio olive verdi grosse come i barberi del Palio di Siena e ubriaco la ragione con freschissima birra che consola le membra. La città qui nel centro dall'aspetto conservatore e in stile imperiale è un luccichìo di occhiali a specchio,è la prosperità di seni anglosassoni offerti al rinnovato sole di primavera;vedo che anche la mia compagna di viaggio come una turista americana in piena "dolce vita" mi invita a lasciarmi trasportare.. e allora.. ci sorprendiamo abbracciati a danzare in un negozio di abbigliamento sotto la pioggia di note della Cavalleria Rusticana a tutto volume.. la donna del negozio e il commesso, figli di una Spagna libertaria e per nulla convenzionale, si divertono da matti e ci incitano a dare il meglio di noi.. ahi que guapos!urlano portandosi le mani al volto e muovendosi istericamente, lei una mora con i capelli cotonati ed un occhialino anni cinquanta,lui un gay molto timido travestito da macho:una scena dai colori in perfetto stile Pedro Almodovar! Poi i verdi prati del Buen Ritiro mi vedono divorare un libro che un amico del liceo ha scritto proprio qui dove la pellicola della sua vita è stata impressionata più che mai tra queste facce madrilene.. Veloce lo sguardo rimette a fuoco le persone che pasano davanti al tavolo sempre più colmo di bicchieri vuoti,sono appena le sette della sera e mi preparo barcollando alla notte madrilena,mi cimento in un improbabile tentativo di contare quante persone al minuto mi passano davanti..che cazzata eh?Già..sono appena le sette della sera e sono ubriaco,ma felice.Già..felice di non pensare a niente di tutto quello che mi ha girato intorno negli ultimi due anni,di non pensare al lavoro,ai direttori di banca con quei finti sorrisi di conforto,alla crisi..fanculo a tutto! Ora sono come in gita scolastica,ad aprile,con la mia compagna da amare,aspettando la notte madrilena..aspettando domani.. il toro da sfidare.. ma sarà una carezza, non una pugnalata.. il toro da domare rappresenta solo le nostre paure,infinite paure che rendono così avvincente il nostro cammino, che donano i più forti colori alle nostre tele.. Muchas gracias Madrid! Luca
Avrei voluto ripercorrere i miei passi scaramantici, toccando gli stessi sassi, saltando le stesse pozzanghere, fermandomi a piedi uniti sul medesimo tombino, eh..già perché ieri forse era da segnare sul calendario come un giorno fortunato. ma sul pianerottolo del mio eterno liceo stamani non vi sono volti familiari, facce da sigaretta delle sette e mezza..no non ci sono, mi perdo nella smaniosa consacrazione di un cammino serrato, muovo foglia verso un respiro sempre un tono più affannato. La libertà che mi vuole: ambiziosa chimera, ora pare meno accogliente del giorno che fuggii. Luca
Da una finestra di locanda la luce flebile della candela, c'è un giovane seduto al suo piano a coda, porgo l'orecchio, la musica mi rapisce lo sguardo perso nella vasca delle medievali terme, è un notturno di Chopin. comincio a perdere i sensi, che dolce culla, magari domattina mi sveglio dentro un film, un set di Bertolucci, uno di quei film che tanto piacciono agli americani.. Luca